Durante un’infezione da COVID, sembra che il virus possa raggiungere il cervello attraverso il nervo olfattivo in caso di infezione delle prime vie respiratorie. Questo potrebbe spiegare la perdita dell’olfatto e del gusto che spesso si verifica dopo un’infezione da COVID.

Inoltre, durante un’infezione naturale da COVID, la proteina spike può anche entrare nel flusso sanguigno. Tuttavia, l’infezione da COVID può portare a infiammazione vascolare e trombosi in modo molto meno frequente rispetto alla vaccinazione contro il COVID. Nonostante ciò, anche durante l’infezione, la proteina spike può raggiungere il cervello.

Qual è l’effetto delle proteine spike e delle nanoparticelle lipidiche sul nostro cervello?

Le proteine spike e le nanoparticelle lipidiche possono causare neuroinfiammazione e mitocondriopatia, portando ai sintomi descritti in precedenza. In particolare, la proteina spike sembra indurre processi infiammatori all’interno del cervello, che possono causare diversi effetti negativi, come:

• Stress ossidativo

  I radicali liberi ossidano le biomolecole, come le membrane cellulari, gli organelli cellulari (come i mitocondri) o il DNA, causando danni o distruzione.

• Carenza di neurotrasmettitori

  Si verifica una mancanza di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina.

• Mancanza di “mattoni di base” e “sostanze ausiliarie”

  I componenti necessari per la formazione dei neurotrasmettitori e il funzionamento dei mitocondri vengono compromessi.

• Danneggiamento o distruzione dei mitocondri

  Le centrali energetiche delle nostre cellule sono danneggiate direttamente dalla proteina spike.

• Danneggiamento della barriera emato-encefalica

  La proteina spike può danneggiare la barriera che protegge il cervello.

La neuroinfiammazione è un processo infiammatorio cronico e silenzioso nel cervello, che influisce negativamente sul metabolismo cerebrale e sulla produzione di neurotrasmettitori. La neuroinfiammazione è coinvolta in molte malattie neurologiche e mentali. Sostanze antinfiammatorie come la curcumina, gli acidi grassi omega-3, il MSM o l’incenso possono contribuire a migliorare i sintomi di queste condizioni.

L’affaticamento ossidativo si verifica a causa dell’infiammazione e dell’infezione, che possono generare radicali liberi e richiedere grandi quantità di antiossidanti per proteggere, rigenerare e riparare le biomolecole. È importante fornire al corpo antiossidanti sufficienti come la vitamina C, la quercetina o il resveratrolo. In particolare, l’uso di antiossidanti che esercitano un forte effetto antiossidante sul cervello, come la melatonina, il glutatione o la N-acetilcisteina, può essere benefico.

I processi infiammatori nel cervello possono portare alla distruzione diretta dei neurotrasmettitori, in particolare della serotonina e della dopamina, o causare una carenza di neurotrasmettitori attraverso un aumento del consumo dei loro precursori, come il triptofano e la tirosina, e delle sostanze necessarie per la loro produzione, come la vitamina C, la vitamina B3, la B6, l’acido folico, il magnesio, lo zinco, eccetera. Dopo la vaccinazione contro il COVID o un’infezione da COVID, sembra che in particolare il sistema serotoninergico e dopaminergico possano essere esauriti.

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