Argento Colloidale – Tutte le sue proprietà

Argento colloidale, un tema che in ambito sanitario oscilla dal fideismo totale dei cultori della medicina alternativa allo scetticismo convinto dei discepoli della medicina accademica, tuttavia la crescente minaccia dei sempre più numerosi batteri resistenti ai più moderni antibiotici è una buona ragione per ripensare all’uso dell’argento colloidale.



L’argento colloidale è costituito quasi esclusivamente da particelle di argento di dimensioni nanometriche in sospensione in acqua bidistillata purissima. Il contenuto di argento totale è espresso sotto forma di parti per milione (ppm) equivalenti a milligrammi di argento per litro.

I veri colloidi di argento sono prodotti che non contengono alcuna proteina o altri tipi di additivi. I prodotti basati sulle proteine d’argento usano gelatina come additivo per mantenere in sospensione grosse particelle di argento, che altrimenti cadrebbero sul fondo.

Uso dell’argento colloidale fino al 1950

Prove documentate dell’uso di argento colloidale risalgono al tardo 1800 e segnano un periodo di uso molto intenso intorno al 1910-1920.
Alfred B. Searle, nel suo L’uso dei colloidi nella salute e nella malattia, pubblicato nel 1920, passa in rassegna decine di articoli che parlano di argento colloidale tratti da riviste mediche come «The Lancet» o «British Medical Journal».

Ricercatori pionieri iniziarono ricerche sull’attività dell’argento e di altri metalli sotto forma di sospensione colloidale. Essi scoprirono che due metalli, l’argento e il mercurio, erano molto efficaci nell’uccidere i batteri. Ambedue i metalli sono stati usati in medicina per molti anni. Il mercurio, efficace nell’uccidere i batteri, causava seri danni ai pazienti perciò il suo uso è andato scemando col tempo fino alla sua proibizione.

Tuttavia la concentrazione d’argento usata a quei tempi era molto più elevata di quella che è considerata sicura oggi. Allora poco si conosceva della natura delle sospensioni di argento colloidale. Un altro studio di questi primi anni è quello di Simpson e Hewlett pubblicato su «The Lancet» nel 1914.

Essi usarono la sospensione di argento colloidale per uccidere il bacillo tifoide in quindici minuti a 500 ppm e in due ore a 5 ppm. Questa è stata la prima volta in cui basse concentrazioni di argento colloidale si sono dimostrate efficaci.

Una considerazione importante di Simpson e Hewlett è stata quella di affermare che il grande vantaggio degli elementi colloidali usati in così basse concentrazioni è che essi sono completamente innocui per i pazienti. In questo periodo gli studi e le ricerche sull’applicazione terapeutica di argento colloidale sono fiorenti.

L’era degli antibiotici

Negli anni Quaranta e Cinquanta le ricerche sull’argento colloidale sono drasticamente diminuite anche a seguito del fiorire della ricerca sugli antibiotici, tanto che, parlando del futuro degli antibiotici, nel 1969 il Chirurgo Generale degli Stati Uniti ha testimoniato davanti al Congresso: «È giunto il tempo di chiudere il libro sulle malattie infettive».

Fino a pochi anni fa, quando gli antibiotici hanno cominciato a perdere la loro efficacia nei confronti dei batteri, c’era sempre un’altra “pillola magica” sugli scaffali del farmacista. Ora però quegli scaffali sono quasi vuoti. La produzione di nuovi antibiotici non ha interrotto la capacità dei batteri di sviluppare resistenza agli stessi. Negli ultimi decenni le grandi industrie farmaceutiche hanno indirizzato i loro programmi di ricerca verso farmaci più remunerativi come quelli per il trattamento delle malattie cardiache, della pressione sanguigna elevata, dell’obesità ecc. e in effetti nell’ultimo decennio la FDA (Food and Drugs Administration) non ha approvato alcuna nuova classe di antibiotici.

La riscoperta dell’Argento Colloidale

Non appena in ambito scientifico si è avuta la sensazione che la ricerca sui nuovi antibiotici fosse arrivata al traguardo, altri ricercatori, con risorse più modeste di quelle dell’industria farmaceutica, hanno riesaminato la vecchia letteratura sull’argento colloidale riscoprendone tutte le potenzialità.

In una rassegna del 1978 sul «Science Digest», Jim Powel scriveva: «L’argento sta emergendo come una meraviglia della moderna medicina». Le ricerche hanno confermato che nessun organismo in grado di causare malattie (batteri, virus e funghi) può vivere più di qualche minuto in presenza di una traccia, seppur minuscola, di argento metallico, che risulta essere uno dei più potenti antibatterici naturali senza effetti collaterali. Un antibiotico può uccidere, più o meno, una dozzina di organismi nocivi, mentre l’argento ne uccide centinaia se non migliaia e non sviluppa resistenza. Inoltre l’argento è praticamente “atossico”.

Prima del 1938 l’argento colloidale era somministrato proprio come oggi lo sono le medicine. Veniva iniettato per via endovenosa e intramuscolare, usato nelle malattie della gola, per lavaggi o irrigazioni, preso oralmente e applicato anche su tessuti sensibili come gli occhi. Il dottor R. O. Becker, dalle sue ricerche sull’uso dell’argento in medicina, ha dedotto che la carenza di argento nell’organismo è responsabile dell’improprio funzionamento del sistema immunitario e che l’argento non è solo un potente antibatterico. Esso può stimolare la ricrescita di tessuti danneggiati, essere utilissimo nelle ustioni anche di grado elevato e stimolare la ripresa del sistema immunitario delle persone anziane. Qualsiasi varietà di germi patogeni resistenti agli antibiotici è eliminata dall’argento.

Il dottor Bjorn Nordstrom, del Karolinska Institute, Svezia, ha utilizzato per molti anni l’argento quale trattamento per il cancro e numerosi studi sono stati condotti anche allo Sloane Kettelring degli USA nello stesso campo. In ambedue gli Istituti si sono ottenuti risultati promettenti, meritevoli di approfondimento. Il rinnovato interesse nei confronti dell’uso dell’argento in medicina risale ai primi anni Settanta. Grazie anche a contributi pubblici, il dottor Carl Moyer del Washington Department of Surgery, ha messo a punto trattamenti migliori di quelli esistenti per le vittime di ustioni. Il dottor Margraf, biochimico, ha lavorato con il dottor Moyer e altri chirurghi per trovare un antisettico abbastanza forte, ma anche sicuro, da usare su ampie parti del corpo.

Il risultato dei loro sforzi è stato quello di trovare centinaia di nuovi utilizzi medici per l’argento. Quella colloidale in nano particelle è l’unica forma di argento che può essere usata con sicurezza, al giusto dosaggio anche per via sistemica. È assorbito nei tessuti lentamente così da non causare irritazioni, diversamente dall’argento ionizzato che, data la sua maggiore reattività, può dare più facilmente origine anche a reazioni di tipo tossico.

Come funziona l’argento colloidale?

L’argento colloidale è atossico per mammiferi, rettili e tutte le forme di vita che non siano monocellulari. L’argento è invece tossico come i più potenti disinfettanti chimici per le forme di vita primitive come i microrganismi. Le forme di vita monocellulari utilizzano processi chimici diversi per il metabolismo dell’ossigeno.

La presenza di argento, specialmente nella forma di nano particelle del colloide, ne interrompe il ciclo metabolico enzimatico e ne provoca il soffocamento e la morte nell’arco di sei minuti; a quel punto il sistema immunitario, linfatico e depurativo si occuperanno della loro espulsione. L’azione dell’argento colloidale è così veloce che l’agente patogeno non ha il tempo di mutarsi in un ceppo resistente. Da quando si è in grado di fare questa valutazione non si conosce alcun agente patogeno che sia mutato in un ceppo resistente all’argento perché il tempo di replicazione dei batteri è molto superiore alla velocità d’azione battericida dell’argento. L’argento colloidale non ha alcuna azione sugli enzimi del corpo umano, che sono molto diversi da quelli delle forme di vita monocellulari. Le particelle colloidali si diffondono gradualmente attraverso il sangue fornendo un’azione terapeutica prolungata nel tempo. Molte forme di batteri, funghi e virus utilizzano un enzima specifico per il loro metabolismo. L’argento agisce come catalizzatore disabilitando l’enzima. I microrganismi in questo modo soffocano.

Assorbimento e tossicità dell’argento colloidale

Le conoscenze sulla tossicità dell’argento si basano sull’uso storico dell’argento metallico mentre poco si conosce sulla tossicità della più moderna forma colloidale che già, in teoria, è molto meno tossica se non altro per la ridotta quantità di argento ingerita sotto forma di nano particelle.

Il fenomeno dell’“argiriasi” (colorazione grigio-nerastra della congiuntiva e della cute del volto) compariva a volte tra i minatori del metallo che ne respiravano grandi quantità durante l’estrazione. Anche la leggenda del “sangue blu” riferita alle famiglie nobiliari è un fenomeno di tossicità attribuibile alla formazione di sali d’argento a seguito del contatto continuo tra gli alimenti e l’argento delle stoviglie che li contenevano e all’ingestione di questi cibi contaminati da sali tossici di argento per lunghissimi periodi di tempo.

I pochi studi recenti sull’assorbimento dell’argento colloidale dimostrano che esso non si accumula nell’organismo neppure nei capelli e nelle unghie, tipici tessuti di accumulo.

È stato dimostrato che l’argento colloidale, assunto per 5 mesi, alla dose di 2 mg al giorno, viene escreto tramite il sistema urinario praticamente nella stessa quantità assunta.

La piccola quantità residua ancora presente nei tessuti al momento dell’interruzione dell’assunzione, viene completamente eliminata con le feci in meno di un mese e questo tempo è ulteriormente ridotto con l’assunzione di grandi quantità di acqua. Nei manuali medici, l’argento non risulta citato tra i metalli nefrotossici.

Dal momento che la maggior parte dei produttori non indica, né differenzia, nelle etichette, le caratteristiche dei loro prodotti, è indispensabile tener conto di:

  • dimensione delle particelle;
  • area della superficie delle particelle;
  • concentrazione delle particelle.

La dimensione delle particelle nelle sospensioni di argento colloidale usato a scopo terapeutico è estremamente importante. La dimensione delle particelle controlla l’area della superficie e di conseguenza l’efficacia della sospensione di argento colloidale. L’area della superficie delle particelle è la proprietà del colloide che determina la sua efficacia. La dimensione delle particelle ha una conseguenza diretta sulla loro superficie, ma in modo esattamente opposto a quello che ci si potrebbe aspettare, perchè la superficie totale delle particelle aumenta man mano che le particelle diventano più piccole.

La concentrazione del metallo in parti per milione (ppm) esprime il peso del metallo nei confronti del liquido nel quale esso è sospeso. La concentrazione delle particelle può essere un parametro di misura molto ingannevole quando si confrontano prodotti di argento colloidale, dal momento che i colloidi che hanno grandi particelle possono avere un’alta concentrazione di metallo (ppm), ma una bassa area di superficie delle particelle. La concentrazione in ppm di per sé non è quella che determina l’efficacia del colloide, che è invece determinata dall’area della superficie delle particelle.

L’argento colloidale è ottenuto con tecniche sottoposte a rigido segreto industriale che lo trasformano in nano particelle dotate di amplissima superficie attiva. L’argento di produzione industriale è formato quasi esclusivamente (90-99%) da nano-particelle di argento colloidale ed è particolarmente adatto per uso interno. La concentrazione attiva ottimale è di 10 ppm. Concentrazioni eccessive sono inutili per la tendenza a perdere lo stato colloidale e potenzialmente rischiose per le dosi troppo elevate e sono consigliate da venditori, oltre che poco scrupolosi, anche incompetenti. Infatti vi sono siti che attribuiscono maggiore efficacia al loro prodotto sulla base della concentrazione di argento (da 100 ppm fino a 2000 ppm) senza tener conto della potenziale tossicità di queste concentrazioni.

Il futuro dell’Argento Colloidale

Proprio l’aumento esponenziale della superficie attiva della particelle costituisce la base dell’attività dell’argento in nanoparticelle: la superficie attiva delle particelle può aumentare di un fattore di milioni di volte mettendo a disposizione un numero infinitamente superiore di particelle per lo svolgimento dell’attività.

Le più piccole particelle di colloide mai misurate in laboratorio hanno un diametro solo poche volte superiore a quello degli atomi stessi che sono dell’ordine dei nano metri e già oggi i prodotti più moderni possiedono queste caratteristiche. Già ora sono disponibili colloidi d’argento con particelle di dimensioni medie di 10-15 nm praticamente privi di argento ionico. L’esperienza finora acquisita dimostra che i metalli trasformati in nano particelle mettono a disposizione della scienza la materia sotto una nuova forma fisica le cui proprietà e potenzialità sono quasi tutte da scoprire, ma appaiono estremamente promettenti, come dimostrano numerosi studi sia recenti che tuttora in corso.

Patologie sulle quali è stata riscontrata efficacia:

Acne, artrite, ustioni, avvelenamento del sangue, appendicite, catarro, candida albicans, colera, congiuntivite, cistite, colite, difterite, dermatite, diabete, dissenteria, diarrea, difterite, eczema, emorroidi, fibrosi, gastrite, herpes, herpes zoster (fuoco di S.Antonio), gastrite, impetigine, infiammazione della cistifellea, infezioni da lieviti, infezioni oftalmiche, infezioni dell’orecchio, infezioni alla prostata, infezioni da streptococchi e stafilococchi, infezioni veriamente localizzate, influenza, problemi intestinali, lebbra, leucorrea, lupus, malaria, meningite, morbo di Lyme, oftalmia, pertosse, piede d’atleta, polmonite, poliomielite, pleurite, psoriasi, piorrea, reumatismi, riniti, salmonellosi, scarlattina, scottature e bruciature, seborrea, setticemia, tetano, tumori della pelle, verruche, sifilide, tubercolosi, tossiemia, tosse convulsa, tonsillite, tracoma, ulcere, verruche, supporto per l’aids, sindrome di affaticamento cronico, placca dentaria, gengivite, gengive sanguinanti, morso da zecche, otite media, alito cattivo, nevrastenia, malattie alle orecchie, micosi, raffreddore da fieno, ecc.

Molti affermano che facendo degli sciacqui (mantenendo in bocca la soluzione per 1 o 2 minuti) è possibile ridurre la placca annullando la carica batterica di questa.

Per raffreddore, influenza e mal di gola viene consigliato di assumere una dose corrispondente ad un cucchiaio per 4/5 giorni. Alcuni riportano che se già stanno assumendo argento colloidale per altre patologie è quasi impossibile prendere un’influenza o raffreddore.

Molti per sinusite, allergie e asma preferiscono usare una bottiglia spray e assumerlo spruzzandolo direttamente nel naso e in bocca. Viene anche usato nello stesso modo per irritazioni agli occhi, oppure versandone 3 gocce per occhio una o due volte al giorno. Allo stesso modo si potrà mettere qualche goccia in un orecchio se si hanno problemi quali otite o altre infiammazioni del dotto uditivo, avendo l’accortezza di tenere la testa appoggiata su un cuscino per qualche minuto in modo da non far fuoriuscire la soluzione, si può massaggiare il canale auricolare.

L’ACI aiuta a ridurre le infiammazioni e favorisce la stimolazione della ricrescita dei tessuti danneggiati. È un rimedio per le infezioni. Favorisce un rapido risanamento. Preso giornalmente aiuta a rinforzare le naturali difese del corpo. Può essere preso sia internamente sia per uso esterno.

Per le malattie della regione orofaringea (influenza, gengivite, ecc), esso è indicato per fare gargarismi. Può essere usato anche come collirio. A livello oculare, nel caso di congiuntivite o altre infiammazioni, basta introdurne qualche goccia nell’occhio per alcune volte al giorno. Altre possibilità sono: l’uso per via vaginale (lavande), rettale ed uretrale. Topicamente è indicato per malattie cutanee come l’acne, le verruche, le lesioni aperte, l’herpes, la psoriasi, le micosi del piede ed altre. In queste malattie la regione cutanea colpita può essere sfregata con una garza imbevuta di argento colloidale. Un altro metodo è quello di bagnare completamente la ferita con una garza imbevuta di argento colloidale e coprire con un film plastico per evitare una rapida evaporazione. Siccome l’argento colloidale non irrita tessuti sensibili come la congiuntiva, è consigliato nelle urgenze nei casi di ferite da taglio, abrasioni ed ustioni, poiché favorisce la ricrescita di nuovo tessuto.

Molti riportano di avere riscontrato grandi risultati per problemi alle vie respiratorie, asma e allergie mettendo 4 cucchiai di soluzione per litro d’acqua distillata e usandola con un umidificatore.

Viene anche usato su tagli, ferite, scottature, ustioni, graffi ma anche spruzzato nelle scarpe, sui piedi, come un normale disinfettante antibatterico. Viene usato per pruriti, secchezza della pelle e irritazioni sempre spruzzandolo più volte al giorno. Viene usato per sciacqui per eliminare alitosi.

Tutto questo non significa che possa eliminare e curare qualsiasi malattia provocata da germi e batteri. L’argento colloidale uccide soltanto i microorganismi (di solito unicellulari) con cui entra in contatto. Non è quindi una panacea per tutti i mali.

Una volta che la soluzione di argento colloidale entrerà in contatto con i vari patogeni, uccidendoli, questi saranno poi eliminati dal corpo. E’ possibile che se si è fortemente intossicati o se la condizione generale di salute è piuttosto compromessa, ci sia un grosso carico di tossine da eliminare da parte del fegato, dei reni e da tutti gli organi escretori. In questo caso si potranno avvertire sintomi come da raffreddore. Può esserci anche mal di testa per i primi giorni, sempre a causa della disintossicazione che sta avvenendo nel corpo. Per accelerare lo smaltimento delle tossine si consiglia di bere 2 litri di acqua al giorno.

Come disinfettante per la casa

Viene usato anche per disinfettare tutte le superficie della casa ed eliminare i batteri che causano odore. Si usa spruzzandolo direttamente su superficie quali taglieri, frigoriferi, freezer, piani di lavoro e qualsiasi cosa si voglia disinfettare.

Si può spruzzare su tutti gli accessori (ciotole, cuccie, gabbie) dei nostri animali domestici, lasciandolo poi asciugare senza risciaquarlo. Può essere usato nella vasca idromassaggio, nelle piscine, negli umidificatori, lavastoviglie ma anche per disinfettare l’acqua da bere quando si pensa non possa essere sicura.

Spruzzato sugli alimenti (frutta, verdura, carne) può impedire la proliferazione di germi e batteri e quindi aiutare per una più lunga conservazione.

Può essere spruzzato sulle piante e nei vasi per eliminare formazioni fungine e molte malattie delle piante. Ma anche spruzzato sui filtri di condizionatori e aspirapolvere per eliminare qualsiasi germe.

Fonte
Scienza e conoscenza


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I rimedi naturali per combattere la psoriasi

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La psoriasi è una malattia infiammatoria, cronica e non contagiosa, della pelle, che in Italia colpisce circa due milioni di persone.

La malattia può insorgere a qualsiasi età, ma solitamente compare per la prima volta tra i 20 e i 30 anni, mentre è rara nei bambini; un secondo picco di incidenza si registra nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni. In genere, una comparsa precoce della psoriasi (prima dei 15 anni) si associa ad una forma più grave.

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La psoriasi ha la stessa incidenza nei due sessi; in una buona percentuale dei casi tende a regredire d’estate per poi riacutizzarsi nei mesi invernali.

Generalmente, la psoriasi si presenta sotto forma di chiazze e placche rosse, ricoperte da squame biancastre, localizzate soprattutto nelle ginocchia, nella regione sacrale, nei gomiti, nelle mani, nei piedi e nel cuoio capelluto.

I segni e i sintomi più frequenti della psoriasi sono: desquamazione, prurito, eritema, senso di tensione, sanguinamento e bruciore.

Considerando le numerose forme sotto le quali si può presentare, non è corretto parlare di psoriasi come di un’unica patologia. La dimensione delle singole chiazze è estremamente variabile, così come la forma, la localizzazione, l’evoluzione e la tonalità di colore.

Essa può interessare zone diverse del corpo come i palmi delle mani e le piante dei piedi, le unghie oppure la zona oculare.

Cause e Fattori di rischio

La psoriasi è una malattia a predisposizione plurigenica, cioè correlata ad informazioni presenti su più geni. Per questo motivo, i figli di un genitore affetto da psoriasi hanno una maggiore probabilità  di sviluppare la patologia.

La famigliarità o la predisposizione genetica non sono tuttavia in grado di scatenare da sole la psoriasi. Affinché la malattia si manifesti devono infatti intervenire altri fattori scatenanti, come ad esempio un intenso stress psico-fisico.

La psoriasi è anche una malattia psicosomatica. Anche se non esistono studi specifici e confermati, nella maggior parte dei casi si registra un peggioramento della malattia in coincidenza di un lutto o di momenti particolarmente tristi della propria vita. Al contrario la gravidanza, vista dalla maggior parte delle donne come un momento di estrema felicità, spesso si accompagna ad una regressione dei sintomi.

Non dobbiamo tuttavia dimenticare che anche lo stress fisico, al pari di quello psicologico, può favorire l’insorgenza o l’aggravarsi della malattia.

Per questo motivo la psoriasi può comparire o peggiorare anche in seguito a traumi, interventi chirurgici ed in genere in tutte quelle situazioni in cui l’organismo è debilitato (infezioni, malattie, ma anche cattiva alimentazione, farmaci, abuso di fumo, alcol ecc.).

Il fumo è un fattore di rischio importante soprattutto in alcune forme di psoriasi ed anche l’alcol, essendo un potente vasodilatatore, può scatenare od aggravare la malattia.

Rimedi naturali per la psoriasi

Il sole è un alleato prezioso nella cura di molte forme di psoriasi. Particolarmente utile nelle varianti più comuni della malattia, per essere realmente efficace l’esposizione solare deve tuttavia rispettare canoni ben precisi. Innanzitutto i raggi solari devono colpire direttamente la cute ammalata. Il sole deve inoltre essere “preso” per un periodo sufficientemente lungo (almeno 2-3 settimane), poiché l’esposizione limitata al weekend spesso non porta vantaggi consistenti. E’ importante esporsi al sole con gradualità, in quanto una scottatura potrebbe aggravare ulteriormente la patologia. Per questo motivo si consiglia di evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde, proteggendo le aree non malate con opportuni filtri solari.

Inoltre è consigliabile l’assunzione della zeolite e dell’argento colloidale Quantum che insieme contrastano la malattia:

“L’elevato contenuto di silicio della zeolite è noto da centinai di anni per le sue proprietà curative e cosmetiche, inoltre l’effetto antiossidativo e antinfiammatorio della zeolite si è dimostrato valido anche nel trattamento di tutte le malattie cutanee riducendo gli acidi in eccesso e i radicali liberi. In molte di queste manifestazioni cutanee è emerso che la zeolite dovrebbe essere utilizzata in maniera continuativa altrimenti i sintomi potrebbero ripresentarsi nel caso la cura venisse sospesa.”

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La Pietra della Vita! Tutti i benefici sopracitati sono estratti da certificazioni e studi di dottori e scienziati. Tra questi ti consigliamo il libro in italiano “La pietra della vita” che racconta dalla A alla Z tutte le proprietà della Zeolite. Questo libro è stato scritto in base a tutti gli studi della dott.ssa Ilse Triebnig, massima esperta di questo miracoloso minerale.

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La zeolite serve anche per diminuire lo stress ossidativo.

L’Argento Colloidale è da applicare regolarmente più volte al giorno sulle parti interessate. La sua azione antimicrobica aiuta a ridurre le infezioni e le infiammazioni, le azioni che noteremo sono la riduzione della desquamazione e del prurito. L’utilizzo continuo ripristinerà le condizioni fisiologiche e favorirà una rapida e normale crescita dei tessuti lesi.

TESTIMONIANZE DEI NOSTRI CLIENTI

Benedetta: dopo 9 giorni di uso dell’argento colloidale e della zeolite

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Allergia al nichel - Come contrastarla in modo naturale

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Oggi il 40% della popolazione soffre di una o più allergie, questo è il risultato dell’impatto che l’inquinamento ha sull’ambiente in cui viviamo e di conseguenza sulla nostra salute.

L’allergia al nichel è la causa più comune di dermatite allergica da contatto, una patologia che produce lesioni cutanee molto simili a quelle dell’eczema: dapprima si formano delle bolle sulla superficie della pelle, che appare arrossata, pruriginosa, gonfia e ricoperta di vescicole, che possono rompersi formando croste; in seguito, se il contatto con il nichel persiste nel tempo, la pelle s’ispessisce e si desquama, screpolandosi e assumendo un colore più scuro.
Con il passare del tempo, le manifestazioni tipiche dell’allergia al nichel possono diventare molto scomode e dolorose.

PERCHÈ COMPARE

Anche secondo diversi fattori genetici, il sistema immunitario degli individui allergici reagisce al nichel scatenando una reazione più o meno severa. Il metallo viene, infatti, riconosciuto come un qualcosa di estraneo, al pari di una scheggia o di un microrganismo patogeno, e come tale viene attaccato tramite una reazione infiammatoria caratterizzata dal forte rilascio di istamina.

Questa sostanza favorisce l’accumulo di liquidi (vescichette), globuli bianchi e altre sostanze deputate al confinamento e alla distruzione dell’agente lesivo; inoltre, produce un forte prurito a livello locale.

Normalmente, dopo essere entrato a contatto con la pelle di persone allergiche, il nichel determina eruzione cutanea nel giro di 12/48 ore, dopodiché possono essere necessarie dalle due alle quattro settimane prima che lo sfogo si risolva completamente.

Un fattore predisponente è senza dubbio la sudorazione, che amplifica e accelera la risposta allergica dell’individuo.

 

DOVE SI TROVA IL NICHEL

NICHEL NEGLI OGGETTI

Il nichel è un metallo pesante tipicamente contenuto in alcuni gioielli, nelle chiusure lampo e nei bottoni dei jeans, posate, monete, chiavi, etc.

NICHEL NEGLI ALIMENTI

Il nichel, però, non si trova soltanto in vestiti e gioielli, ma anche negli alimenti che assumiamo ogni giorno. Nelle persone con grado di allergia più severo, anche la normale dieta può scatenare una reazione allergica indesiderata.

Purtroppo non è possibile indicare il contenuto in nichel degli alimenti, in quanto tale parametro è fortemente influenzato dal terreno in cui sono stati coltivati, dagli antiparassitari utilizzati e dalle attrezzature e sostanze impiegate durante i vari step della filiera produttiva.

Tra gli alimenti normalmente esclusi rientrano cioccolato, cacao, frutta secca, legumi, , spinaci, funghi, margarine vegetali, aringhe e ostriche.

ECCO RIMEDIO NATURALE PER ELIMINARE IL NICHEL DAL CORPO

L’allergia al nichel, essendo una reazione del sistema immunitario, non è curabile. L’arma migliore è la prevenzione, ovviamente fondata sull’evitare il contatto con gli oggetti contenenti il metallo.

Un aiuto per eliminare questo metallo dal tuo organismo arriva dalla natura con la ZEOLITE, che è un minerale di origine vulcanico con la più alta capacità al mondo di assorbire tossine e metalli pesanti, fra le quali il nichel.

 

Oltre alla zeolite, un altro rimedio naturale per alleviare i fastidiosi sintomi che accompagnano questo problema è dato dall’applicazione dell’ARGENTO COLLOIDALE, sulle parti interessate, in quanto agisce sul sistema immunitario per la sua capacità di rigenerare la pelle riattivando il metabolismo dei tessuti e ha uno straordinario effetto antinfiammatorio, lenitivo e antibatterico. Inoltre attenua il rossore, il prurito, le irritazioni e la secchezza della pelle.

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Zeolite - Cos'è, a cosa serve e perché è importante?

Si sente sempre più spesso parlare in questi giorni di Zeolite, sembra un nome di fantasia ma è più reale di quel che sembra! In questo articolo vi diremo cosa è, a cosa serve e perché è importante!

COS’È?

Le Zeoliti sono minerali di origine vulcanica che si sono formati milioni di anni fa dall’incontro di lava incandescente e acqua di mare. Hanno una struttura cristallina regolare e microporosa caratterizzati da una enorme quantità di volumi vuoti interni ai cristalli.

Il nome “Zeolite” deriva dalle parole greche “zeo” = “bollire” e “lithos” = “pietra”, pertanto significa pietra che bolle e deriva dal fatto che, quando viene scaldata, libera acqua senza modificare la struttura dell’alluminosilicato e sembra che bolla.

Esistono più di 100 tipi diversi di zeolite, che possono essere raggruppate in quelle a struttura fibrosa, lamellare e cristallina sferica. A causa delle sue particolari proprietà, la Clinoptilolite, i cui cristalli hanno struttura lamellare, ha dimostrato negli anni di essere la più adatta per l’uso nella medicina umana e veterinaria.

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STORIA DELLA ZEOLITE

Nel 1945 i giapponesi impiegarono la zeolite somministrandola alle vittime delle radiazioni durante le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki.

Nel 1986 i russi sfruttarono le enormi capacità della zeolite di attrarre e trattenere ioni positivi, metalli pesanti e isotopi radiattivi. A Chernobyl, città Ucraina famosa per il disastro atomico, tonnellate di zeolite furono utilizzate per bonificare i terreni contaminati e decontaminare le acque. La zeolite trovò anche impiego nell’ambito culinario; venivano preparati biscotti e cioccolate alla zeolite da dare ai bambini colpiti dalle radiazioni per proteggerli dalle terribili conseguenze.

Nel 2011 ancora una volta i giapponesi usarono la zeolite a Fukushima, dopo i disastri nucleari, sia per la protezione dalle radiazioni che per decontaminare le acque.

Dagli anni ’90 la Dott.ssa Ilse Triebnig, esperta nella cura dei pazienti oncologici e autrice del libro “La pietra della vita”, ha ha prescritto questa pietra di lava finemente macinata come rimedio naturale a oltre 2.000 pazienti ottenendo grandi successi.

A COSA SERVE?

Da come avrai letto nel paragrafo precedente, la Zeolite, sotto forma di polvere attivata, ha una funzione di decontaminazione e depurazione dell’organismo. Una volta assunta per via orale e arrivata a contatto con le pareti intestinali, diventa un chelante delle sostanze tossiche, si lega a loro favorendo l’eliminazione dei metalli pesanti e dalle scorie presenti nell’organismo.

A causa degli equilibri osmotici tra parete intestinale e il resto dell’organismo, più si sottraggono sostanze dall’intestino più l’organismo invia nel lume intestinale le stesse sostanze che ha accumulato a livello sistemico.

La Zeolite, quindi, attraverso il richiamo nel lume gastro-intestinale  sottrae dall’intero organismo sostanze tossiche di varia natura. Queste sostanze sono presenti spesso nell’ambiente e possono venire a contatto con l’organismo diventando cause o concause di diverse disfunzioni fisiologiche, attraverso l’alterazione degli equilibri metabolici. Oltre ad un’azione di depurazione dell’organismo in senso più fisico, la zeolite agisce bene anche su una pulizia di tipo emotivo, riducendo lo stress ossidativo e la pesantezza mentale.

LE ZEOLITI SONO TUTTE UGUALI? ASSOLUTAMENTE NO!

 

Le Zeoliti non sono tutte uguali, come abbiamo scritto in precedenza, ne esistono 100 diverse tipologie. Quella che ha ottenuto più risultato è quella attivata. Nei paragrafi successivi vi mostreremo dei dati effettuati su una particolare Zeolite –  BASIC DETOX.

La riduzione della tossicità presente nell’organismo, realizzata da  BASIC DETOX, si deve all’esclusivo processo di micronizzazione che determina l’aumento della superficie di scambio cationico e del numero delle cariche negative superficiali della PMA® Zeolite in esso contenuta. Questo processo, unico al mondo, non modifica la struttura molecolare della PMA® Zeolite ma anzi ne amplifica il potere sulle sostanze verso le quali esercita la sua azione selettiva.

ZEOLITE BASIC DETOX contiene PMA® Zeolite.

Gli specifici processi ai quali viene sottoposta si traducono in una maggiore efficacia poiché maggiore è la capacità di interagire con tossine, radicali liberi, ioni ammonio e metalli pesanti, rivelandosi la più adatta per l’uso nella medicina umana.

COME SI SVILUPPA L’ECCESSO DI TOSSINE NELL’UOMO?

Ecco qui di seguito due immagini fatte molto bene che rappresentano l’origine delle sostanze tossiche presenti nel nostro organismo e il loro effetto all’interno del corpo umano.

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AREE DI AZIONE DEI TRAM

 

I TRAM (Tossine, Radicali, Ammonio Ione e Metalli pesanti) hanno aree di azione molto vaste. Possono compromettere le attività enzimatiche, oltre che produrre metaboliti neurotossici e generare danni strutturali alle cellule.

La sinergia e l’interazione dei vari TRAM può dare vita ad una serie di complicazioni molto gravi che possono, nei casi peggiori, portare a danni permanenti al sistema nervoso centrale. Non sono esenti le allergie ai metalli pesanti, come il Nichel. Qui di seguito potrete trovare un PDF con uno schema di quelle che sono tutte le complicazioni che portano i TRAM all’interno dell’organismo.

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DETOSSIFICAZIONE DELL’ORGANISMO DAI METALLI PESANTI

I meccanismi di tossicità dei metalli sono di due tipi:

1) Diretti: derivanti dalla loro capacità di legarsi agli enzimi (catalizzatori biologici fondamentali per numerose attività dell’organismo) bloccandoli con conseguenti danni ad alcune funzioni delle cellule.

2) Indiretti: legati alla capacità di alcuni metalli di competere con alcuni cationi fisiologici e sostituirsi ad essi; un esempio è dato dal piombo che sostituisce il calcio nelle ossa rendendole più fragili.

La PMA® Zeolite, contenuta nella ZEOLITE BASIC DETOX è l’unica sostanza inorganica, caratterizzata da una notevole capacità di scambiare gli ioni legati ad essa (Na+, K+, Ca2+, Mg+) con i metalli pesanti, ioni ammonio, radioisotopi o altri cationi (Cd2 2+, NH4+, Fe2+, Pb2+, Cu2+ Cs+, Sr2+), per i quali manifesta una grande selettività, legandoli al loro posto. Il vantaggio di BASIC DETOX è costituito dalla insolubilità delle particelle che passano inalterate nell’intestino ed adsorbono i metalli espellendoli insieme alle feci, non interferendo con alcuna funzione fisiologica intestinale. Questo meccanismo consente inoltre di spostare l’equilibrio esistente fra l’intestino ed il resto dell’organismo con conseguente richiamo nel lume intestinale dei metalli dal resto dell’organismo, comportando quindi una disintossicazione totale. Lo studio ha preso inconsiderazione 33 pazienti suddivisi in 3 gruppi da 11 pazienti di età compresa tra 35 e 71 anni (Gruppo 1, Gruppo 2, Gruppo di controllo).

In relazione a pazienti affetti da malattie croniche risultanti da accumulo nel lungo periodo di metalli pesanti nel corpo, un recente studio condotto su volontari sani, ha messo in luce la capacità della PMA® Zeolite di incrementare efficacemente l’escrezione urinaria di metalli pesanti (As, Pb, Hg, Sn, Cd, Sb) potenzialmente tossici, senza determinare alterazioni clinicamente significative nei livelli sierici di elettroliti. In tal senso, l’uso di DETOZEO® BASIC DETOX si afferma quale trattamento di elezione nella rimozione di metalli pesanti, rappresentando una valida alternativa alle terapie attuali, in virtù dell’assenza di effetti collaterali indesiderati. Oggi, grazie alla nuova generazione di PMA® Zeolite contenuta in DETOZEO® BASIC DETOX, l’effetto chelante risulta potenziato grazie all’incremento della superficie di scambio cationico rispetto alla classica Zeolite.

RIDUZIONE DEL DANNO DA RADICALI LIBERI

Il sito d’azione della PMA® Zeolite è il tratto gastrointestinale e, poiché non viene assorbita, essa riduce il danno ossidativo da parte dei radicali liberi in quel punto (per esempio, riduzione della perossidazione lipidica) attraverso la sua struttura microporosa e la sua capacità di legare i cationi per via fisica. La PMA® Zeolite è un antiossidante primario non enzimatico estremamente potente, che attraverso l’assorbimento (neutralizzazione) dei catalizzatori che inducono lo stress (i metalli di transizione che causano la formazione dei radicali liberi), riduce significativamente la nuova formazione di radicali liberi. L’organismo viene quindi protetto dai danni derivanti dalle reazioni nella catena ossidativa.

STUDIO VOLTO A VERIFICARE L’AZIONE DIRETTA SUI RADICALI LIBERI

TIPOLOGIA DELLO STUDIO: assunzione giornaliera di PMA® Zeolite
DURATA: 6 MESI
NUMERO DI SOGGETTI COINVOLTI: 33
RISULTATO: tutti i soggetti hanno evidenziato una riduzione della concentrazione di idroperossido causato da radicali liberi. La riduzione media era pari al 18.3%.

SIGNIFICATIVO MIGLIORAMENTO DEI VALORI EPATICI E RENALI

Uno studio condotto su pazienti donne ricoverate ha rilevato diversi valori ematici (marker per il sistema immunitario, il fegato, i reni, l’apparato digerente e il metabolismo dei lipidi), insieme a misurazioni corporee e dell’evacuazione. I risultati di questo studio, valutati in cieco, mostrano un miglioramento significativo dei parametri epatici e renali (ALT, AST, yGT, Creatinina). Ciò ha mostrato quindi che la PMA® Zeolite non soltanto protegge il fegato, ma può anche portare a una più rapida normalizzazione e recupero della funzionalità intestinale.

COME SI ASSUME LA ZEOLITE?

DETOSSIFICAZIONE DELL’ORGANISMO DAI METALLI PESANTI, RADICALI LIBERI, IONE AMMONIO E TOSSINE: 2-3 capsule, 2-3 volte al dì da deglutire con acqua prima dei pasti principali e prima di coricarsi.

DISTURBI DEL TRATTO GASTRICO: aprire le capsule e disciogliere la polvere in esse contenuta in un bicchiere d’acqua e assumerla prima dei pasti principali e prima di andare a dormire.

DOSI: usare la polvere contenuta in 2-3 capsule e assumerla fino ad un massimo di 3 volte al giorno, in relazione alla gravità del disturbo.

Si suggerisce di aumentare l’assunzione di acqua onde migliorare il transito intestinale.

Effetti collaterali: in rari casi si può osservare comparsa di stipsi: i soggetti affetti da stipsi cronica grave dovrebbero iniziare l’assunzione con posologia dimezzata e verificare l’andamento.

Zeolite Basic Detox

55,00€


Dispositivo medico a base di PMA-Zeolite® doppiamente attivata, indicato per favorire la riduzione dei disturbi dovuti all’alterata integrità dell’epitelio intestinale  legando Ammonio e metalli pesanti (Piombio, Cadmio, Arsenico, Cromo, Nichel, Mercurio) nel tratto gastrointestinale.

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